[BlogTour] Il volo dei cuori sospesi di Elvia Grazi - Terza tappa: Le scelte di una madre e le conseguenze

Buongiorno lettori,
iniziamo questo settembre carico di eventi con un bellissimo blogtour dedicato ad un romanzo che dovete ASSOLUTAMENTE leggere perché è così ricco di emozioni e sensazioni che vi lascerà senza fiato!
Oggi tocca a me ospitare il blogtour e, devo ammettere, mi è toccata una tappa all'apparenza semplice ma che, scavando all'interno di questo romanzo, si è rivelata essere più ostica di quel che pensavo perché la maternità è il punto cardine di questo romanzo. 







Titolo: Il volo dei cuori sospesi
Autrice: Eliva Grazi
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa
Pagine: 311
Data di pubblicazione: 6 settembre 2018
Prezzo eBook: €9.99
Prezzo cartaceo: €17.60

Sinossi:

Le gemelle Ariele e Rebecca, di origine ebraica, non potrebbero essere più diverse. La prima, occhi così limpidi che ci si può vedere attraverso, è timida e schiva; la seconda, penetranti occhi verdi, è una ribelle pronta a sfidare tutto e tutti pur di non subire la vita. Ma Ariele possiede un talento che Rebecca non ha: fa sogni premonitori. Una fortuna e una condanna, perché spesso le cose che vede accadono senza che lei possa impedirlo. A nulla, infatti, servono quei sogni quando l’odio nazista si riversa sul paese in cui hanno trovato riparo. Così, la loro madre Giuditta si trova costretta a prendere una decisione cui nessuno dovrebbe essere chiamato: può salvare solo una delle figlie. E sceglie di salvare Ariele, affidandola alle cure di un’amica, e di portare con sé ad Auschwitz Rebecca, convinta che il suo carattere forte potrà salvarla. Una decisione che lascia un segno indelebile nella storia di tutta la famiglia. Negli anni a venire, Rebecca, che sopravvive all’orrore dei campi, chiude il suo cuore al mondo e decide che a nessuno sarà più permesso di calpestarlo. Al contrario, Ariele cerca di non sprecare l’occasione che le è stata offerta. Accoglie l’amore che le viene dato e se ne fa portavoce nella vita di tutti giorni. Senza mai tirarsi indietro. Anche quando Rebecca, con la quale non è più riuscita a ricostruire un rapporto, bussa alla sua porta e le chiede di occuparsi di una figlia, la sua, che non riesce nemmeno ad abbracciare, una bimba cui ha voluto dare un nome che racconta tutta una storia: Catena. Talvolta i ricordi sono come sassi che possono trascinarci a fondo, bloccando in un freddo, sincopato respiro gli ingranaggi del cuore.

Le scelte di una madre e le conseguenze

Essere madre è un dono, è qualcosa che nasce spontaneo da dentro, è un sentimento che senti di dover cullare e che, forse, in un certo senso ci inculcano nel cervello che deve essere svolto in un determinato modo. 
Essere madre comporta responsabilità e dalle responsabilità, spesso, nascono scelte che possono cambiare tutto.

Ci troviamo negli anni della seconda guerra mondiale, in quel periodo nero in cui gli ebrei erano visti come 'ultimi'. Giuditta, Rebecca e Ariele sono tre donne unite da un senso di rivalsa, dalla voglia di sopravvivere ad ogni costo. 
Un evento terribile mette Giuditta di fronte ad una scelta: ha la possibilità di salvare solo una delle due figlie condanna l'altra ad un futuro incerto, orribile e terribile. Cosa fare?

Devo ammettere che, quando sono arrivata a questo punto del romanzo, in un certo senso ho pensato che la scelta di Giuditta fosse quella più giusta, quella più sensata. Ragionando lucidamente sul carattere delle due ragazze, è stato facile pensare che una fosse più forte dell'altra. 
Ma questa scelta, alla fine, quanto dolore può aver causato ad Ariele e Rebecca, anche negli anni a venire? E' davvero così facile, per una madre sacrificare una figlia piuttosto che un'altra? 

Si dice che l'amore che si nutre verso i figli è identico, che non si preferisce uno piuttosto che l'altro. Ma è davvero così? E' davvero possibile amare due persone allo stesso identico modo, evitando di ritrovarsi in una piuttosto che nell'altra? 

In questo caso, Giuditta ha compiuto una scelta, ha sacrificato una figlia invece che l'altra credendo che essendo più forte sarebbe sopravvissuta, sarebbe rimasta a testa alta ma non ha avuto sentore che, invece, quelle cicatrici, fisiche ma non solo, sarebbero rimaste a far danno per sempre. 

In questo romanzo, però, non è solo Giuditta a scontrarsi con il peso della maternità. Anche Ariele e Rebecca devono confrontarsi con quello che, quasi certamente, è il destino di ogni donna prima o poi. Ed è qui che vediamo come le figlie hanno vissuto il loro rapporto con la madre nell'infanzia, e come questo le ha rese ciò che sono. 

A volte si pensa di agire per il bene di qualcuno, ma non si ha consapevolezza che il nostro agire può recare più danno del nostro silenzio. Si cerca di dimostrare sempre l'affetto e i sentimenti che proviamo, ma forse fin troppo spesso ci rendiamo conto troppo tardi di non essere riusciti a fare abbastanza, di aver sprecato tempo in sciocchezze inutili invece di spenderlo per dire alle persone importanti che le amiamo.

Nella vita di un bambino l'affetto materno è la cosa più preziosa, le scelte di un genitore - anche se fatte per far del bene - a volte non sono quelle giuste, ma è impossibile farsene una colpa. Giuditta ha sbagliato, ma ha fatto tutto ciò per dare alle sue bambine una possibilità, un futuro che invece a lei è stato strappato via brutalmente. 




Vi ricordo, di nuovo, che questo romanzo uscirà in libreria il 6 settembre 2018 e dovete correre a comprarlo, subito!

Alla prossima,

2 commenti:

  1. Cara Erika ti ringrazio moltissimo per quanto hai scritto. Mi è piaciuta l'analisi attenta, la sensibilità e l'intelligenza che hanno guidato il tuo pensiero. Grazie davvero di cuore per il tuo lavoro per me molto prezioso e perchè in un mondo che dà sempre meno importanza alla lettura e alla cultura tu fai il contrario promuovendo la cosa più bella del mondo: i libri!

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    1. Ciao Elvia, ti ringrazio di cuore per essere passata a lasciare un commento, mi fa molto piacere.
      Devo assolutamente recuperare altre tue opere <3

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