Sbirciando tra le pagine #4

Buongiorno lettori e buona domenica,
come avete trascorso il sabato sera? Io immersa in un libro bellissimissimo di cui vi parlerò presto prestissimo! 
Siamo qui con un nuovo appuntamento della rubrica Sbirciando tra le pagine spero sempre che, piano piano, questa rubrica possa attirare il vostro interesse e mi piacerebbe saperlo tramite i vostri commenti.
Siete pronti per scoprire l'incipit di questa settimana?



Ribelle di Cristina Zavettieri

Veniva chiamato il Re Lazzarone oppure 'O Re Nasone. Ferdinando, però, di tutti questi pettegolezzi non se n'era mai curato, anzi continuav' a ffa 'e pazzarie comm a nu scugnizz con gli amici d'infanzia per le vie della sua città.Anche oggi che era re di Napoli e padre di una rosea bimba di tre mesi appena, nonché sposo di Carolina - la bella e algida figlia dell'imperatrice d'Austria - trascorreva le sue giornate divertendosi. Perseverava, infatti, verso questa illogica voglia di frequentare i lazzaroni. Voglia che faceva poi scaturire una serie di pesanti rimproveri da parte della moglie.Ma cos'altro ci si poteva aspettare da Ferdinando? Era troppo tardi per cambiare e non aveva assolutamente desiderio di rinunciare ai divertimenti o ai piaceri della carne.A onor del vero, lo si poteva spesso trovare sotto le gonne di qualche procace donna che non desiderava altro di fare felice il proprio sovrano.Fu in quelle vie che Ferdinando I di Borbone conobbe il frutto della sua dissolutezza.Era l'agosto del 1772. La calda e piacevole serata estiva era colorata di festa e allegria. Un gruppo di uomini sembrava intonare una serenata; cantavano stonati, ma seguiti da una tarantella del Gargano.Le voci accompagnavano Ferdinando nella sua amata Napoli; un grande regno - secondo solo alla Gran Bretagna - di cui non si curava.Accanto al re c'era Alfredo, un amico d'infanzia non particolarmente bello tanto meno curato: il viso tondo e i ricci capelli parevano avere fatto bizze con un gattaccio. Contrastava un po'con la figura enigmatica del suo sovrano: senza cappello, la camicia aperta sulla quale ricadevano i capelli biondi scompigliati e il naso prorompente che spiccava, conferitogli da Dio, come segno distintivo per eccellenza. Sorrideva divertendosi con l'amico, spintonandosi proprio come avrebbero fatto due bambini. Quella sera girovagano per la città al solo scopo di spassarsela.Dall'altro lato della strada una ragazza mora e minuta attendeva ansiosa il suo passaggio. In quel periodo dell'anno era persino un sacrilegio coprirsi, tuttavia le spalle della giovane erano riparate da un lungo scialle. Un'altra donna le intimava di sbrigarsi, strattonandola per il braccio con una certa fretta.

Questo romanzo è in attesa da un po' ed ho sbirciato con voi le primissime pagine e devo dire che non vedo l'ora di leggerlo, e voi?

Spero che anche questo appuntamento sia di vostro gradimento e vi rimando come sempre, alla prossima lettura!

2 commenti:

  1. Non l'avevo mai sentito nominare ma da queste righe non sembra niente male!

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    1. E' nella mia libreria, l'ho acquistato a Tempo di libri e non vedo l'ora di leggerlo!

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