Buongiorno lettori e buona domenica,
come ogni settimana sono qui con un nuovo incipit per la rubrica Sbirciando tra le pagine che spero vi piaccia, questa volta è un'anteprima quindi se vi attira sappiate che potrete trovarlo in libreria a partire dal 26 settembre!
Bando alle ciance e vediamo l'incipit di questa settimana.
La sposa era vestita di bianco di Mary Higgins Clark e Alafair Burke
Era un giovedì sera di metà aprile, al Grand Victoria Hotel di Palm Beach.
Amanda Pierce, la sposa, si stava provando l'abito nuziale con l'aiuto di Kate, una vecchia amica.
"Speriamo che mi vada bene", disse, ma alla fine la zip oltrepassò il punto critico sopra la vita.
"Non posso credere che la cosa ti preoccupasse anche solo minimamente", ribatté Kate.
"Bé, dopo i chili persi l'anno scorso, temevo di averne ripresi quanti bastava a far tirare l'abito proprio lì. Meglio scoprirlo ora piuttosto che sabato. Te lo immagini? Noi che combattiamo con la zip mentre sto per andare all'altare?"
"Non succederà", esclamò Kate. "Non so perché ti agiti tanto. Guardati allo specchio, sei splendida!".
Amanda osservò il proprio riflesso. " È bellissimo, vero?" Ripensò a tutti gli abiti che aveva provato, cercando nei migliori negozi da sposa di Manhattan, finché aveva visto quello, in un negozietto di Brooklyn Heights. Di seta, color avorio, con la vita alta in stile impero e il corpetto di pizzo fatto a mano: era esattamente come lo aveva desiderato. Tra meno di ventiquattr'ore lo avrebbe indossato per il suo matrimonio.
"Bellissimo è diro poco", rispose Kate. "Allora perché hai un'aria così triste?"
Amanda si guardò di nuovo nello specchio. Bionda, viso a forma di cuore, grandi occhi azzurri, ciglia lunghe, labbra color lampone: sapeva di essere stato fortunata nell'aspetto. Ma Kate aveva ragione, effettivamente aveva un'aria triste. Cioè, non proprio triste, preoccupata. Ti sta alla perfezione, si disse. È un segno, no? Si costrinse a sorridere.
"Mi stavo solo domando quanto potrò mangiare stasera per poter ancora entrare nel vestito sabato."
Kate rise e si batté la mano sul ventre leggermente rotondo. "Non chiederlo a me! Però, sul serio Amanda, stai bene? Stai ancora pensando alla nostra conversazione di ieri?"
Amanda agitò la mano per liquidare la cosa. "No, neanche per sogno", rispose, sapendo di non dire la verità. "Adesso, però, aiutami a togliermi quest'abito. Gli altri saranno già pronti a scendere per la cena."
Dieci minuti dopo, sola nella sua camera da letto, con indosso un vestito di lino azzurro, Amanda si mise un orecchino e lanciò un'ultima occhiata all'abito da sposa, accuratamente steso sul letto. Fu allora che notò una macchia di trucco sul pizzo, proprio sotto al collo.
Era stata così attenta, eppure quella leggera traccia di sporco era lì sotto ai suoi occhi. Sapeva che sarebbe venuta via con facilità, ma era forse quello il segnale che stava aspettando? Da quasi due giorni si comportava come un'estranea a quelle nozze, e cercava indizi per capire se dovesse sposarsi oppure no. Guardando la macchia sul vestito, fece una promessa a se stessa, non al suo fidanzato, ma a se stessa: abbiamo un'unica vita e la mia sarà felice.
Se mi sarà rimasto anche solo un piccolo dubbio, sabato non mi sposerò.
Lo verrò a sapere presto.
In quel momento provò una sensazione di totale controllo. Non aveva il benché minimo presentimento che di lì a poco sarebbe sparita senza lasciare traccia.
Un romanzo che non vedo l'ora di leggere, sembra intrigante, non credete?
Alla prossima,
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