Prossimamente in libreria... Giornata della Memoria i libri di Marsilio per NON dimenticare!

Buongiorno cari lettori,
questa mattina sono qui per segnalarvi alcuni libri molto interessanti editi Marsilio Editori per il giorno della Memoria, perché certe cose non devono essere MAI dimenticate!


Titolo: Auschwitz. Guida alla visita dell'ex campo di concentramento e del sito memoriale
Autore: Carlo Saletti, Frediano Sessi
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 168
ISBN: 978-88-317-2589-7


Sinossi:

Ogni anno, dall’Italia, migliaia di visitatori raggiungono il lager di Auschwitz; per lo più gruppi di studenti e di insegnanti, ma anche famiglie e singole persone. Dal 1959 il loro numero cresce continuamente, nonostante sia trascorso ormai più di mezzo secolo dalla sua liberazione. Chi si reca a Oświęcim (Polonia), visita il lager di Auschwitz, che ha sede nel campo base, e poi raggiunge Birkenau, il campo poco distante, spesso non riesce a capire come funzionava questo immenso centro di sterminio e di afflizione. Intorno a questo luogo memoriale immerso in un grande e profondo silenzio che lascia esterrefatti, la vita scorre e la città come i suoi abitanti cercano di mostrarsi per quello che sono oggi, senza riuscire a risolvere (ma si potrà mai?) il conflitto tra il presente e un passato che non passa. Per capire occorre arrivare a Oświęcim preparati e informati, ma poi, sul luogo che tra il 1940 e il 1945 vide morire più di un milione di ebrei e fu il lager del martirio di un’Europa soggiogata dalla scure nazista, gli occhi guardano ciò che rimane senza troppo comprendere. Auschwitz è una guida ricca di informazioni, fotografie e mappe, di suggerimenti puntuali per aiutare il visitatore a entrare in ciò che resta oggi di questo terribile passato, un utile strumento per cominciare a ricostruire la storia del complesso concentrazionario e a rivivere con l’immaginazione i frammenti di vita quotidiana di molti dei deportati ebrei e non che vissero in questo luogo i loro ultimi giorni.

Gli autori: Carlo Saletti, Frediano Sessi

Carlo Saletti svolge attività di ricerca in campo storico ed è regista teatrale. Tra le sue ultime pubblicazioni, L’Ossario di Custoza. Guida storico-turistica (2013) e Il giorno della gran battaglia (2016). Dal suo libro La voce dei sommersi, edito da Marsilio, il regista ungherese László Nemes ha tratto Il figlio di Saul, che ha ottenuto nel 2016 l’Oscar come miglior film straniero.

Frediano Sessi vive a Mantova. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Nome di battaglia: Diavolo (2000), Prigionieri della memoria (2006), Foibe rosse (2007), Il segreto di Barbiana (2008), Il lungo viaggio di Primo Levi (2013), Mano nera (2014) e con Carlo Saletti Visitare Auschwitz (2011), tutti editi da Marsilio. È autore inoltre di: Ultima fermata Auschwitz (1996), Il mio nome è Anne Frank (2010), Primo Levi: l’uomo, il testimone, lo scrittore (2013), Ero una bambina ad Auschwitz (2015), editi da Einaudi per cui ha curato il Diario di Anne Frank (1993) e Dizionario della Resistenza (2000). Per Rizzoli ha pubblicato Auschwitz 1940-1945 (1999, quattordici edizioni).





Titolo: Il silenzio dei vivi
Autore: Elisa Springer
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 128
ISBN: 978-88-317-6602-9


Sinossi:

Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata e deportata ad Auschwitz con il convoglio in partenza da Verona il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa vive e sperimenta tutto l’orrore del più grande campo di sterminio nazista. Ben presto ridotta a una larva umana, umiliata e offesa, anche nel corso dei sucessivi trasferimenti a Bergen Belsen, il campo dove morì tra gli altri Anna frank, e a Theresienstadt, risucirà a tenere vivo nel suo animo il desiderio di sopravvivere alla distruzione. La sua forza e una serie di fortunate coincidenze le consentono di tornare tra i vivi, dapprima nella sua Vienna natale e poi in Italia, dove all'inizio della persecuzione nazista contro gli ebrei d'Europa, spinta dalla madre, aveva cercato rifugio. Da questo momento e per cinquant'anni la sua storia cade nel silenzio assoluto: nessuno sa di lei, conosce il suo dramma; nessuno vede (o vuole vedere) il numero della marchiatura di Aushwitz che Elisa tiene ben celato sotto un cerotto. Il mondo avrebbe bisogno della sua voce, della sua sofferenza, ma le parole non bastano a raccontare il senso del suo dramma infinito e sempre vivo. La sua vita si normalizza, nasce un figlio. In quegli anni è proprio la maternità il segno della sua riscossa contro i carnefici. Cinquant'anni dopo proprio questo figlio, Silvio, vuole capire, sapere e lei, per amore di madre, ritrova le parole che sembravano perdute. Unico caso al mondo di un silenzio così profondo che si interrompe con in racconto della storia della sua drammatica vita, morte e rinascita, il libro di Elisa Springer assume il peso di quei testi che sanno parlare agli uomini e alla storia, al cuore e alla mente.

L'autrice: Elisa Springer

Elisa Springer (Vienna 1918 - Matera 2004) è cresciuta in una famiglia di commercianti ebrei di orgine ungherese. Sopravvissuta ai campi di sterminio, nel 1946 si è trasferita in Italia. Ha trascorso buona parte della sua vita a Manduria, in provincia di Taranto.





Titolo: La voce dei sommersi
Autore: Carlo Saletti
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 296
ISBN: 978-88-317-7245-7


Sinossi:

Il libro che ha ispirato il capolavoro di László Nemes IL FIGLIO DI SAUL, vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes e distribuito in Italia da Teodora Film dal 21 gennaio 2016

Questo libro sfata il mito tragico del silenzio degli innocenti e la convinzione ancor più radicata che i "corvi neri" dei crematori fossero ebrei che avevano deciso di collaborare con i nazisti per distruggere i loro fratelli, rende la parola ai "sommersi", fa sentire la loro voce di testimoni integrali. Essi hanno scritto con la precisa consapevolezza di essere i soli cronisti che avrebbero potuto rendere conto dell’orrore, là dove l’orrore era assoluto.
Nel corso di alcuni mesi, a volte anni, qualche centinaio di prigionieri ebrei, deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, visse più di ogni altro l’esperienza della prossimità con l’epicentro della catastrofe. Erano i membri del cosiddetto Sonderkommando, la squadra speciale addetta alle operazioni di sterminio degli ebrei nelle camere a gas e al "trattamento" dei cadaveri nei crematori di Birkenau. La maggior parte di questi uomini venne uccisa dalle ss del campo; solo qualche decina riuscì fortunosamente a sopravvivere e a testimoniare dopo la guerra. Segregati tra i segregati, assistettero giorno dopo giorno alla distruzione del proprio popolo. Tra il 20 e il 26 gennaio 1945, ad Auschwitz le ultime ss fecero saltare in aria quanto rimaneva dei crematori e delle camere a gas. Sotto le macerie, tra le ceneri, rimasero nascoste le annotazioni che alcuni membri del Sonderkommando avevano preso durante la prigionia, scritte, a volte, con il proprio sangue. Sepolti nei pressi dei crematori del lager di sterminio di Auschwitz-Birkenau, questi sei manoscritti raccontano l’inferno, il dolore e la morte, ma anche la speranza di vita e l’anelito di rivolta di coloro che erano destinati a scomparire nel nulla perché ebrei o zingari o politici antinazisti. Per la prima volta la voce del testimone porta il lettore nei sotterranei dei crematori, nelle celle della morte, tra i cristalli dello Ziklon B, il veleno tremendo che veniva usato nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau.





Titolo: Le donne e l'Olocausto
Autore: Lucille Eichengreen
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 160
ISBN: 978-88-317-1124-1


Sinossi:

Le donne e l'Olocausto è uno dei pochi memoriali che si concentra esclusivamente sulle donne. Con sincerità straziante, Lucille Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell'esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l'una con l'altra, e si dimostravano un affetto e un'attenzione che era difficile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c'era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l'essenza delle cose ma senza fare prediche. In più, Lucille scrive con l'autorevolezza della testimone oculare, un valore che presto spetterà solo alla pagina scritta e ai documentari filmati, visto che le fila dei sopravvissuti si assottigliano drammaticamente ogni anno. Lei è una di loro, una sopravvissuta che ha ancora voglia di raccontare la propria storia.
Sopravvivere al ghetto di Lodz, ad Auschwitz, a Neuengamme e a Bergen-Belsen fu quasi un miracolo. Aveva otto anni e viveva ad Amburgo, in Germania, quando Hitler salì al potere. Aveva vent'anni quando la guerra finì. Dodici lunghi anni di orrore, di privazioni, di umiliazioni, di fame

L'autrice: Lucille Eichengreen

Lucille Eichengreen
è miracolosamente sopravvissuta a dodici anni di ghetti e a tre campi di concentramento fino alla liberazione di Bergen-Belsen. Con Marsilio ha pubblicato Le donne e l'Olocausto (2011, due edizioni).







Titolo: Eravamo ebrei
Autore: Alberto Mieli, Ester Mieli
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 126
ISBN: 978-88-317-2311-4

Sinossi:

Alberto Mieli dopo settant'anni racconta per la prima volta alla nipote Ester la sua infernale esperienza da deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. «Non c'è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere.» Ricorda la vita in una Roma nazifascista, le leggi razziali e il giorno in cui è stato portato via dalle ss, dopo il tragico 16 ottobre 1943. Rivive, ancora con le lacrime agli occhi, l'arrivo nei campi, l'odore acre dei corpi che bruciavano nei forni crematori in funzione tutti i giorni. Parla del lavoro giornaliero e stremante, dei corpi senza vita ammassati gli uni sugli altri, della stanchezza e della fame continua e cieca che pativa, fame che ha portato alla pazzia e poi alla morte migliaia di deportati. Fame di cibo, di vita, di libertà. «Ad Auschwitz ho visto l'apice della cattiveria umana.» Con queste parole Alberto Mieli racconta, con dolore, aneddoti e luoghi, parla delle torture subite. Ridisegna volti di gente incontrata e poi persa, spiega come sia riuscito a convivere tutta una vita con questa doppia cicatrice: una alla gamba, causata da una granata lanciata dagli Alleati esplosagli troppo vicino e che a volte ancora sanguina, e una più grande nel cuore.

Gli autori: Alberto Mieli, Ester Mieli

Alberto Mieli nasce a Roma il 22 dicembre 1925. Deportato e reduce del campo di concentramento di Auschwitz. Cacciato dalle scuole per le leggi razziali riceve nel dicembre 2015 dall'Università di Foggia la laurea honoris causa in Filologia, letterature e storia. Da anni incontra gli studenti delle scuole italiane e i giovani riconoscendo in loro i nuovi testimoni. Marito, padre, nonno e amorevole bisnonno. Sul braccio è marchiato indelebilmente con il numero: 180060.

Ester Mieli , classe ’76. Romana, giornalista e scrittrice si occupa di comunicazione. Nipote di Alberto Mieli, crede che l’orrore della Shoah debba essere d’insegnamento affinché tragedie del genere non avvengano ancora. Ai suoi due figli ama ripetere: «Siate curiosi di verità perché l’indifferenza è un’arma più potente dell’odio.»





Titolo: Racconti dal ghetto di Lodz
Autore: Abram Cytryn
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 216
ISBN: 978-88-317-2310-7

Sinossi:

Ritrovati a Lodz dopo la guerra e conservati dalla sorella per cinquant'anni, i taccuini di Abram Cytryn costituiscono un documento eccezionale e sconvolgente sul ghetto di Lodz, dove Abram ha vissuto dal 1940 al 1944. Vi si descrive la vita quotidiana all'interno dell'universo concentrazionario con una lucidità sorprendente, un forte talento poetico e una frenesia che enfatizza la prossimità della morte. Dimenticati dalla storiografia italiana, nonostante i maggiori studiosi europei della Shoah li considerino un capolavoro della memoria, i Racconti dal ghetto di Lodz si inseriscono a pieno titolo nel solco tracciato da Se questo è un uomo di Primo Levi, dal Diario di Anne Frank e dagli scritti di Elie Wiesel, con i quali condividono un'urgenza drammatica: scrivere per non affondare, «scrivere per lottare contro l'inferno in terra», come sottolinea Frediano Sessi nella Prefazione, «per comporre un'opera letteraria capace di dare voce alle energie vitali di una comunità destinata allo sterminio e alla scomparsa totale; scrivere per ottemperare a un impegno preso con i morti del ghetto o di Auschwitz: innalzare al cielo una targa che obblighi il lettore a ricordare, in ogni tempo e in ogni luogo».

L'autore: Abram Cytryn

Abram Cytryn , nato a Lodz nel 1927, viene deportato con tutta la famiglia ad Auschwitz a sedici anni e lì muore pochi giorni dopo il suo arrivo. Dalla sorella Lucie (unica sopravvissuta al lager) sappiamo che, già da bambino, scriveva racconti e poesie «dalla mattina alla sera». La parte di quest'opera letteraria giunta fino a noi è conservata in ventiquattro taccuini presso il Centro Simon Wiesenthal di Los Angeles.



Titolo: Signora Auschwitz
Autore: Edith Bruck
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 96
ISBN: 978-88-317-2004-5

Sinossi:

Obbligata a rendere conto di un orrore che non si lascia raccontare la "sopravvissuta" non può andare oltre e ritrovare una serena normalità, è costretta ogni volta a ricominciare da capo, esattamente dal momento nel quale gli aguzzini si impadroniscono di lei, facendone, per sempre, una "vittima". Nessuno ha mai raccontato con tanta passione il dolore della memoria, la distanza che allontana dall'indifferenza degli altri, la disperazione di fronte all'incredulità, l'eroismo necessario per raccontare l'orrore che si è vissuto. «Chi ha Auschwitz come coinquilino devastatore dentro di sé, scrivendone e parlandone non lo partorirà mai.»

L'autrice: Edith Bruck

Edith Bruck
è nata in Ungheria. Dopo la deportazione, bambina, nei lager nazisti, ha vissuto in diversi paesi e dal 1954 abita a Roma. Autrice di romanzi, racconti, raccolte di poesia e di tre film, con Marsilio ha pubblicato Due stanze vuote (1974), Nuda proprietà (1993), Transit (1995), L'attrice (1995), Il silenzio degli amanti (1997), L'amore offeso (2002) e Signora Auschwitz (2014).






Titolo: Ricomporre l'infranto
Autore: David Meghnagi
Editore: Marsilio Editori
Collana: Gli specchi
Pagine: 176
ISBN: 978-88-317-8679-9

Sinossi:

Essersi trovati faccia a faccia con l'indicibile, essere giunti vicini a diventarne vittime, è una prova unica, terribilmente difficile psicologicamente e moralmente. La reintegrazione risulta particolarmente dolorosa. Nel frattempo la generazione colpita da questa immane tragedia si è assottigliata. Meghnagi cerca di analizzare l'esperienza dei sopravvissuti alla Shoah affrontando il tema dell'elaborazione del lutto collettivo attraverso quattro figure chiave: quella del "custode" Marek Edelman, medico e leader del Bund, vicecomandante della rivolta del ghetto di Varsavia; del "testimone", lo scrittore Primo Levi; dell'"eretico" Isaac Deutscher, biografo di Trockij; del "mistico" Gerschom Scholem, amico di Walter Benjamin e storico della Qabbalah. Da angolature e con prospettive diverse, essi rappresentano tutti coloro che si sono misurati con il male assoluto. Nella crisi che ha coinvolto le grandi narrazioni del Novecento, la memoria della Shoah ha finito per riempire un vuoto identitario e di appartenenza. Una situazione in cui alle luci si mescolano le ombre cosicché, per una logica perversa, gli ebrei possono oggi paradossalmente ritrovarsi nel banco degli imputati con l'accusa di "coltivare una rendita di posizione" o, peggio, di passare "dal ruolo di vittime a quello di carnefici". Pericoli di un nuovo antisemitismo in un mondo attraversato da conflitti esacerbati dai terrorismi e da pulsioni fondamentaliste sui quali l'autore richiama l'attenzione.

L'autore: David Meghnagi

David Meghnagi (Tripoli, 1949) vive e lavora a Roma. Membro della Società psicoanalitica italiana e della International Psychoanalytical Association, è docente di Psicologia dinamica e Psicologia clinica alla Facoltà di Scienze della formazione a Roma Tre, dove insegna anche Psicologia della religione e Pensiero ebraico al Master internazionale di didattica della Shoah. Per Marsilio ha curato S. Freud, A. Zweig, Lettere sullo sfondo di una tragedia (1927-1939) (2000) e pubblicato Interpretare Freud. Critica e teoria psicoanalitica (2003), Il padre e la legge. Freud e l'ebraismo (20043) e Ricomporre l'infranto. L'esperienza dei sopravvissuti alla Shoah (2005).


Diverse testimonianze lo stesso dolore e la stessa crudeltà subita. Tutto questo per non dimenticare MAI.


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